La ricetta originale di Federico Peliti.
Moscato piemontese e profumate spezie indiane.

La nostra storia

Un'avventura tra due continenti

In un celebre racconto di Kipling, un dignitario della corona inglese passeggia a cavallo insieme alla promessa sposa nelle vie esotiche dell’India coloniale di fine ottocento. La loro meta: il locale più esclusivo della città. L’alta società Britannica si ritrova tra i magnifici saloni del ristorante di Federico Peliti, scultore, fotografo, confettiere e imprenditore piemontese, per ammirare lo splendore delle sue composizioni gastronomiche e sorseggiare la bevanda che lo ha reso celebre in due continenti: il suo vermut.

Dal 1877 il Vermut Peliti’s viene prodotto su specifica richiesta del Principe di Galles Edoardo VII ed ha fatto incetta di medaglie alle esposizioni internazionali di Torino, Parigi e Calcutta. Il segreto di questo successo sta nella composizione della sua formula, nell’armoniosa amalgama di spezie indiane e fiori piemontesi, nelle note amare degli assenzi e nella morbida dolcezza del moscato passito del Monferrato. Un sapore che è lo specchio dei suoi anni, la sintesi dell’esotico e della tradizione, il manifesto di una Belle Époque la cui onda di progresso e magnificenza si infrangerà inesorabilmente nella dura realtà dei conflitti mondiali.

Alla fine della guerra anche il nome di Peliti verrà dimenticato, ma oggi, dopo più di un secolo, abbiamo fatto rivivere il mito attraverso le sue ricette originali, lasciate invariate, per restituire tutto il carattere del suo tempo.

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Il vermout

La formula di Re Edoardo VII

Abbiamo selezionato due tra più di quaranta formule create in anni di ricerca. Per il rosso è stata recuperata la ricetta prodotta su richiesta della casa reale inglese dal 1877 al 1940. Il bianco nasce da una composizione più esotica, realizzata negli ultimi anni dell'attività di Peliti in India

XXII FORMVLA

Rosso

Capacità
Gradazione
Peso
Altezza
Cartone
75 cl
17 Vol
1,30 kg
31 cm
6 bott

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XXXVII FORMVLA

Bianco

Capacità
Gradazione
Peso
Altezza
Cartone
75 cl
16 Vol
1,45 kg
26 cm
6 bott

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Le formule

La nostra gamma di prodotti

Quella di Federico Peliti è stata un'esistenza votata ad un'eterna ricerca. Il bisogno di catturare istanti, emozioni, profumi e sapori traspare dalle lastre delle sue fotografie, dalle forme della sua produzione plastica e, naturalmente, dalle ricette dei suoi vermut. In tanti anni di attività non ha mai smesso di sperimentare, distillare aromi e mescolare i gusti conosciuti durante suoi viaggi con quelli della tradizione piemontese.
Questo fervente esplorazione sensoriale si traduce in un patrimonio di più di 40 ricette, analizzate e riprodotte pazientemente per ottenere oggi la stessa qualità di un tempo.

XXII FORMVLA

Rosso

La ventiduesima formula è stata per più di sessant'anni il marchio di fabbrica di questo vermut a base dei moscato.
Scelta come ricetta per la fornitura della casa reale inglese è caratterizzata da un complesso aromatico in cui spiccano le note agrumate del cedro, il sambuco e la genzianella in perfetto equibrio con la persistenza amaricante dell'assenzio e della quassia.

Il colore, unica licenza alla ricostituzione filologica del prodotto è un rosso denso e bruno, ideale per la miscelazione.

Amare
Aromatic.
Amare-arom.

XXXVII FORMVLA

Bianco

Una delle formule più complesse del ricettario Peliti, caratterizzato dalle note floreali e colorate delle spezie indiane e dall'amarezza spiccata del doppio assenzio. La base di moscato del piemonte e l'aromaticità esotica della sia composizione lo rende un prodotto unico, che si distacca dai tradizionali vermut artigianali.

Le bottiglie sono tutte rifinite singolarmente e confezionate nella loro custodia tubolare o, a richiesta, nella custodia in legno.

Amare
Aromatic.
Amare-arom.

Smontai alla meglio dal cavallo e
mi precipitai da Peliti per un bicchierino.
C’erano due o tre coppie sedute ai tavolini
a spettegolare sul fatto del giorno..

Rudyard Kipling

Federico Peliti

Un italiano in india alla corte della Regina Vittoria

Discendente di una famiglia di mastri da muro e agrimensori originaria della frazione Ganna del comune di Valganna (Varese) giunta a Carignano alla metà del Settecento per costruirvi il duomo, fu allievo di Vincenzo Vela all'Accademia Albertina di Torino.

Diplomatosi nel 1865, praticò per tutta la vita la scultura a livello amatoriale. Partecipò quindi alla Terza guerra di indipendenza italiana come cavalleggere del 1º Reggimento "Nizza Cavalleria". Successivamente, negli anni 1867-1868 entrò in contatto con alcune ditte di confettieri e pasticceri già fornitori di Casa Savoia, per impegnarsi nell'attività di decoratore di dolci. Quando Richard Bourke, VI conte di Mayo, divenne viceré delle Indie britanniche, nel 1869, questi ricercò a Parigi il suo nuovo cuoco ed a Torino, al tempo una delle capitali della pasticceria europea, il pasticciere, scelto in seguito ad un concorso. Peliti si aggiudicò il posto e seguì il viceré nell'avventura indiana, stabilendosi nella residenza di Calcutta, e riscuotendovi notevoli apprezzamenti nell'ambito della Government House per le sue creazioni.

L'assassinio di Lord Mayo nel 1872 costrinse Peliti alla scelta di mettersi in proprio, dapprima associandosi a Thomas O'Neil, poi, dal 1875, aprendo da solo l'attività in un ampio locale al 18/1 di Chowringhee. Nel 1881 acquistò una sontuosa suite di ambienti ai nn. 10 e 11 di Esplanade East, dove aprì, accanto alla pasticceria, un ristorante presto frequentato dalla high society di inglesi residenti e di passaggio. Qui Peliti organizzò anche numerose feste, sia in loco, sia in località lontane. Si ricorda in particolare il pranzo organizzato in Birmania per il Principe di Galles nel 1891; in queste occasioni tutto l'occorrente per le portate, compresi i tavoli e le consolles, veniva trasportato in treno o in battello sino alla destinazione. Successivamente estese la sua attività a Shimla, capitale d'estate dell'India britannica, dove aprì un albergo e un ristorante, quest'ultimo citato da Rudyard Kipling nel racconto Il risciò fantasma. Nel 1881 Peliti realizzò a Shimla una splendida villa, denominata Villa Carignano (oggi non più esistente), posta in un ampio parco, luogo di incontro esclusivo dell'ambiente mondano coloniale, ricordata anche da Anita Desai nel romanzo Fire on the Mountain. Tre anni dopo l'imprenditore tornò a Carignano per crearvi una ditta di conserve alimentari destinate all'esportazione ed al consumo nei suoi ristoranti indiani e una distilleria per la produzione del vermout Peliti’s, confezionato per la Casa Reale inglese su richiesta del Re Edoardo VII.

Nel 1883-1884 vinse una medaglia all'Esposizione Internazionale di Calcutta per la confetteria; nel 1889 ricevette una medaglia all'Esposizione Universale di Parigi, e nel 1895 nuovamente a Calcutta, all'Esposizione dell'Industria Indiana. Nel 1898, infine, all'Esposizione Nazionale Italiana di Torino, Peliti ricevette tre medaglie d'oro, una delle quali per la sua attività nel settore gastronomico e dei liquori. Ebbe nel campo della pasticceria-confetteria numerosi allievi italiani, affermatisi in India: il genovese Firpo, Chiesa e Bonaglia originari di Gassino, che si stabilirono il primo a Shimla ed il secondo a Rangoon, Calcutta, Lucknow, ed il cugino Cornaglia, attivo con Peliti già ai tempi di Lord Mayo.

Nel 1902 Peliti inaugurò una nuova sede della confetteria di Calcutta poi abbandonò gradualmente la gestione ai suoi figli, nati dal matrimonio con Giuditta Molloy, irlandese, figlia di un funzionario del governo inglese, e si trasferì a Carignano, nella sua ricca villa decorata dal pittore Paolo Gaidano, dove morì nel 1914.

Gli scatti

Aveva tutto ciò che voleva, li a Villa Carignano, a Kasauli. Lì sul crinale del monte, in quella tranquilla dimora.

Anita Desai

Contatti e info

Il vermut Peliti's è un prodotto di Amarot srl.

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